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LA COSTRUZIONE
Allestire il cantiere
Da questa scelta dipende il successo di tutta l'operazione. Io sono stato molto fortunato. Sergio, fotografo e mio storico collaboratore, mi ha ospitato nel suo campo da tennis in cemento. Un luogo stupendo, vicino a una torre di avvistamento sul mare a soli 40 minuti di trenino da casa mia. A lui e a Lucrezia, la sua compagna, và la mia eterna gratitudine, perchè non solo mi hanno ospitato, ma mi hanno anche consolato, rifocillato ed incoraggiato.
Di seguito elenco i punti che credo fondamentali per allestire un buon cantiere di lavoro:
1) vicino a casa, piacevole da starci e facile da raggiungere
2) deve assolutamente essere coperto, va bene anche un tendone
3) una piccola baracca per gli attrezzi elettrici, sono ottime ed economiche quelle in lamiera da cantiere stradale
4) allacciamento alla corrente e all'acqua
5) sdraio, ombrellone, frigo e stereo, fondamentali per riuscire a superare i continui momenti di depressione e stanchezza!
Il cantiere ideale di Daniel Bombingher
Tutto questo è estremamente facile da avere per chi possiede una villa o vive in campagna, ma per noi, vittime del folle processo di urbanizzazione dell'ultimo secolo, che abitiamo in un miniappartamento diventa più difficile.
Alcuni cantieri navali mettono a disposizione degli spazi per autocostruttori, luoghi che si trasformano ben presto in sedi di grandi dibattiti su filosofie costruttive. Può essere una soluzione, ma c'è il rischio di passare le giornate ad inseguire i più strampalati consigli dei vari "esperti".
Ultimo avvertimento: fate bene i calcoli, la barca deve uscire tutta intera dal cantiere!
Preparazione morale
L'argomento più difficile ed importante. Costruire una barca non è una prova di abilità tecnica e manuale, è la più terribile prova di sopportazione che Dio ci possa inviare. Bisognerebbe avere profonde conoscienze filosofiche o religiose per affrontare questo tema e scrivere "Lo Zen e l'Arte di Costruzione di una Barca".
Mi dispiace ma io non sono capace.
Il rischio di non avere la "forza morale" per andare avanti è piuttosto alto, ma fidatevi io sono un uomo pigro e incostante eppure ce l'ho fatta! Purtroppo sono migliaia gli scafi mai finiti ed abbandonati, frutto di giovanili passioni o di sbagliate letture di Moitessier. Comunque avere nel cortile o nel pollaio una barca mai finita, può aiutare a sopportare un lavoro al catasto, sognando di fuggire. O a fare colpo su qualche ragazza romantica e sognatrice.
La famiglia, i parenti e gli amici
La costruzione di una barca è un'impresa per uomini solitari. Non per loro scelta, ma per i continui abbandoni.
Se vostra moglie non chiede il divorzio dopo due anni in cui ha passato da sola tutti i week-end e le ferie, è per solo due plausibili motivi: o è una santa (il mio caso), o ha un amante. Credo che le barche autocostruite abbiano sfasciato più famiglie che l'intero corpo di ballo del Crazy Horse.
Per i figli è diverso, all'inizio vi incoraggeranno e si offriranno di aiutarvi, ma voi non credetegli. Mio figlio ha lavorato con me, dietro lauto compenso, per una ventina di giorni, poi, raccolti i soldi per farsi un bel viaggio, non si è più visto. Parenti ed amici si comportano più o meno nello stesso modo: continui incoraggiamenti, dichiarazioni di ammirazione e grandi mangiate al ristorante vicino al cantiere, ma mai che ci siano quando serve una mano. Ho perso giornate a inventarmi sistemi per fare un lavoro che l'aiuto di una persona avrebbe risolto in pochi minuti. Tutti questi riappariranno, dopo il varo della barca, ai primi di giugno. Proponendovi week-end a Ponza o settimane alle Eolie. Se uno avesse le palle partirebbe per il giro del mondo in solitario, invece li porteremo a Ponza e alle Eolie, beandoci dei loro complimenti, riaggiustando le cose che romperanno e incazzandoci come bestie quando diranno che in fondo il Bavaria è una barca più comoda.
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