CEDER UN PEU C'EST CAPITULER BEAUCOUP
Lo slogan del maggio francese è la miglior sintesi del processo che ha portato alla progettazione finale della mia barca.
Ormai guardavo con sempre maggior interesse agli eleganti ed esclusivi cruiser-racers dei cantieri italiani. La mazzata finale fu una visita al Salone di Genova. Non si possono vedere tante belle barche alla moda e poi immaginare di entrare in un esclusivo marina con uno scafo a spigolo, verniciato a mano e praticamente senza interni!
I miei riferimenti ideali erano cambiati, non più Che Guevara e le pauperistiche elucubrazioni francesi, ma il Grand Soleil 40’, il Comet 41s, il Vismara e sua maestà lo Swan 42’. Barche belle e veloci con scafo blue e ponte in teak.
Ma come costruire uno scafo in legno di forma rotonda, unico vecchio ideale rimasto e condiviso anche da Massimo d'Alema con il suo Ikarus. Nella mia ignoranza conoscevo solo tre tecniche:
tradizionale: tavole di legno su ordinate opportunamente sagomate
lamellare: sottili strati di legno incollati in forma l’uno sull’altro
strip planking: quadrelli di legno incollati fra di loro per seguire le forme
FULMINATO SULLA VIA DI DAMASCO (internet)
Ormai le mie uniche navigazioni erano su internet; avevo venduto la quota della mia barca (uno splendido Viva 48 di Scattolin) e iniziavo a pensare che era meglio lasciar perdere le mie velleità troppo autarchiche.
Quando in una notte buia e tempestosa mi imbattei in Dudley Dix.
Un genio! Ha risolto nel modo più semplice il problema di come costruire scafi rotondi con fogli piani di compensato.
Basta prendere un normale scafo a tre spigoli, lasciare intatti i disegni delle murate e del fondo e sostituire la parte centrale con una sezione di circonferenza.
Praticamente due terzi della barca saranno costruiti con pannelli di compensato e il rimanente terzo verrà invece realizzato con strisce di compensato piegate.
Lo scafo è bellissimo e nessuno ci crederà mai che è fatto in compensato e se lavorate con calma lo fate in un mese!
Questo è l’unico vero consiglio che mi sento di darvi:
Andate sul sito di Dudley Dix, leggete e studiate con devota applicazione tutto quello che ha scritto (impresa non facile, come tutti i geni il nostro è un po’ disordinato), scegliete fra un miniscolo skiff o una gigantesca goletta aurica, comprate i piani e cominciate a costruire la vostra barca, possibilmente con l’aiuto di un piccolo cantiere tradizionale. Avrete così una barca con un padre (il progettista) e una madre (il cantiere) conosciuti.
“Fate quel che dico e non quello che faccio”
Naturalmente io non ho seguito il mio consiglio. Ho costruito una barca figlia di n/n e non potrò mai disfarmene perché nessuno la vorrà comprare.
Verrà con me all’Inferno nel girone dei Superbi o dei Narcisi.